Riflessioni su bambini e adolescenti 1

Prendo spunto dalle parole di Paola Bolgiani, presidente della Scuola lacaniana di psicoanalisi (Slp) che il 19 novembre ha promosso una giornata clinica nazionale sui 'Bambini e adolescenti e gli adulti che se ne occupano” alla Facolta' di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Universita' di Torino per appuntare miei pensieri in proposito.

"I bambini e gli adolescenti di oggi sono confrontati e testimoniano degli effetti maggiori del discorso dominante: la caduta degli Ideali e l'evaporazione delle figure di autorita', il predominio degli oggetti che tendono a saturare la domanda e a impedire il sorgere del desiderio.”

 

Il linguaggio psicanalitico può risultare criptico, arduo da intendere perciò proverò a semplificarlo non nei contenuti ma nelle parole. La caduta degli ideali, a mio avviso, ha fatto parte delle generazioni precedenti e ricade ovviamente anche in quelle moderne.

Secondo la mia opinione non è drammatico in sé in quanto, come ci insegna l’antropologia culturale, decade ciò che diventa vuoto, privo di significato.

Come è caduto il muro di Berlino, così cade e cadrà ciò che è privo di contenuti o non dà risposte adeguate.

Gli ideali a mio avviso permangono, sentiamo il bisogno di persone che ci governino correttamente, apprezziamo l’onestà, siamo sostanzialmente un popolo di buone e brave persone che si impegnano a portare avanti valori di solidarietà e di comunità.

Lo testimoniano l’emergere di film, fumetti, libri e gadget vari sui Super eroi, sia nuovi che classici come Superman e Batman.

Le figure di autorità sono evaporate, da decenni apprezziamo le figure autorevoli ma non autoritarie. Diamo fiducia e stima a individui che ci dimostrano di meritarle, non solo perché ricoprono una carica istituzionale o parentale.

Condivido il pensiero che espone la collega, tendenzialmente ricopriamo di regali i bambini, i quali si ritrovano decine di peluche e giocattoli elettronici che fanno di tutto e loro rimangono spettatori passivi per poi lamentarci che oggigiorno non hanno creatività!

Culturalmente facciamo fatica a tollerare che i ragazzi debbano patire frustrazioni, avere bisogni, correre rischi, soffrire.

Impediamo il sorgere del desiderio nel senso che siamo già lì a regalare quello che non hanno ancora chiesto, che non sanno di volere e siamo pronti ad evitare loro la fatica di apprendere, di conquistare, di essere soddisfatti della meta raggiunta col sudore, con la dialettica, con determinazione e tenacia.

Se e quando accade ciò, non stiamo facendo il loro bene.

Parlo in generale, ogni bambino è diverso dall’altro e ciò che è ottimale per uno non è detto che lo sia per un altro.