Psicosomatica e dintorni asmatici 2

SPECIFICITA’ D’ORGANO

Scrive L. Pinkus: “Riportare l’emotività, che è poi la qualità che dà il senso più autenticamente umano ai nostri linguaggi, nel linguaggio corporeo vuol dire cogliere quelle potenzialità e quella ricchezza comunicativa che esso, ancorché in modo oggi più ridotto che in passato, pure conserva. (…) Ancor più mi preme sottolineare come il linguaggio del corpo evochi in modo irrinunciabile la relazione: esso non ha senso se non riferito a un altro corpo vivente con cui interagisce, provocando in questo modo l’irruzione costante della novità nella comunicazione.”

Quindi decodificare il linguaggio del corpo per tradurlo in linguaggio verbale significa ridare senso e significato all’esperienza emotiva dell’individuo, creare uno spazio di elaborazione in cui imparare a pensare, a metabolizzare e ad assimilare cibi “indigesti” affinando sempre più i processi di scomposizione e sintesi per una sorta di trasmutazione alchemica

La domanda che ci si deve porre, secondo me, è se l’organo e/o la funzione colpita abbiano un significato, una loro specificità emotiva e la mia personale risposta è affermativa.

Ritengo la malattia l’espressione corporea di un vissuto mentalmente intollerabile che cerca di comunicare utilizzando certuni sintomi.

A mio avviso per poter “leggere” un disturbo in chiave interpretativa occorre acquisire le capacità di astrazione e di pensare analogicamente. Il nostro stesso linguaggio  è psicosomatico nel senso che quasi tutte le parole che ci servono per tradurre stati psichici derivano da esperienze fisiche, ad esempio: ”Non vedevo l’ora di arrivare!”, “Non stava più nella pelle”, “Ha il cuore duro come una pietra”, ecc.

 Il passaggio ad un linguaggio simbolico è semplice e spontaneo..

” Infatti il linguaggio primitivo (…) si serve di metafore somatiche per esprimere le emozioni, parla del cuore, dei reni e in genere degli organi come delle sedi specifiche di reazioni emotive, di cui, a volte, si serve per esprimere un determinato rapporto profondo col mondo.” (1)

Analizzando alcune parti del corpo umano, si può arrivare ad associare la muscolatura al movimento, alla gestualità. Può esprimere forza, robustezza, protezione, aggressività, violenza e/o il contrario.

Vi si possono riscontrare blocchi, rigidità oppure scioltezza e agilità in una visione di continuo parallelo tra corazza fisica/rigidità mentale e viceversa.

La struttura ossea può rappresentare l’impalcatura portante, la stabilità con relativi vissuti di equilibrio, autonomia, sicurezza o disequilibrio, disarmonia, insicurezza, ecc.

La pelle può individuare un confine simbolico tra il Dentro ed il Fuori, tra l’Io e l’Altro. E’ simbolicamente sinonimo di partecipazione, interesse, tenerezza oppure erotismo. E’ con/attraverso essa che si scoprono le prime sensazioni di essere toccati e di toccare, è un primo limite, una prima separazione interno/esterno ed al contempo segna il registro dei contatti interpersonali agendo quasi come una cartina al tornasole sia per le reazioni cutanee che per le dinamiche di avvicinamento, evitamento, ritrosia, contatto, ecc.

(1)    Bergeret J. e coll. “Psicologia patologica” Milano, Masson, 1979 p. 79