Gli scacchi


Un racconto ci narra come sono nati gli scacchi e ci fa capire come una piccola cosa sommata a tante altre può far nascere un evento grande.

“Accadde nell’antica Persia che il Gran Visir, consigliere del re, inventasse un nuovo gioco, dove le pedine si muovevano su una scacchiera composta da sessantaquattro quadrati: nascevano gli scacchi. Il re, entusiasta, chiese al Gran Visir cosa desiderasse come ricompensa per la sua meravigliosa invenzione.

Lui era un uomo modesto, rispose, e quindi si accontentava di una ricompensa modesta.

Chiese che gli venisse dato un chicco di grano per il primo quadrato della scacchiera, due per il secondo, quattro chicchi per il terzo e così via, raddoppiando il numero ogni volta, fino a raggiungere l’ultimo quadrato. Al re parve una ricompensa troppo modesta: in fondo si trattava solo di un mucchietto di grano.

Ma il Gran Visir, rifiutando le profferte di palazzi e gioielli, lo convinse.

Quando però si inizio il conteggio dei chicchi, il re ebbe un’amara sorpresa. Il numero dei chicchi, che all’inizio era piuttosto contenuto – 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, 512, 1024…- giunti al sessantaquattresimo quadrato era divenuto colossale: aveva raggiunto l’impressionante cifra di 18,5 miliardi di miliardi (cioè 18.500.000.000.000.000.000), per un peso complessivo di circa 75 miliardi di tonnellate. Più o meno il raccolto di diecimila anni di tutti i campi di grano della Terra.”

Questa è matematica e si chiama crescita esponenziale.

Quando ci si sente soli, può essere sapere e pensare che in fondo in fondo non lo si è, che ci possono essere tante altre persone che si sentono come noi, che messe insieme siamo una bella e alta montagna che può fare la differenza.

E’ il principio de “L’unione fa la forza” o class action. Gli slogan al riguardo si sprecano ma al di là della frase fatta credo ci sia una grande verità, profonda e utile.