Riflessione sulla psicoterapia in situazione di emergenza

Questo periodo di isolamento sociale e di mancanza di corporeità può facilmente creare ansia, attacchi di panico, ipocondria, dolore, angoscia, paura e disorientamento.

Sono saltati i nostri paradigmi, i nostri schemi.

Le relazioni sono virtuali, ci si vede, se succede, virtualmente su uno schermo. Ci si parla attraverso un telefono o un citofono.

La casa è diventata per alcuni un luogo protetto, una tana in cui vivere al sicuro mentre per altri è diventata un luogo soffocante, privo di stimoli ed intriso di tensione.

Le persone che hanno forse un vantaggio sono le persone in psicoterapia che reggono meglio questo momento di disagio e di incertezza poiché hanno affrontato già nella loro vita sofferenze ed hanno una maggiore dimestichezza con le proprie difficoltà.

Nel confronto costante con lo psicoterapeuta, hanno attivato le loro risorse sane sviluppando un contenitore interno, abituato al dialogo ed all’assunzione di responsabilità.

Responsabilità nella propria cura ed in quello delle altre persone, imparando a sopportare le proprie paure, a contenerle, a non vergognarci delle nostre fragilità ed a vivere nell’incertezza.

Impariamo ad essere creativi e immaginare come vorremmo essere.