"Per dieci minuti" di Chiara Gamberale


“Per dieci minuti” di Chiara Gamberale, 2013.

Chiara si reca dalla sua analista che, a fine seduta, le propone: ”Le va di fare un gioco?”

“Per un mese a partire da subito, per dieci minuti al giorno, faccia una cosa che non ha mai fatto.”

“Cioè?”

“Una cosa qualunque. Basta che non l’abbia mai fatta in trentacinque anni”

(…)

“Dipende da lei. I giochi sono per persone serie. Se decide di cominciare il percorso, non deve saltare nemmeno un giorno.”

Segue il diario di quel mese. E’ il diario di quel mese, leggero, divertente, carino. L’idea mi ha incuriosito ed ho continuato a leggere immergendomi in quei dieci minuti al giorno, diversi, normali, originali, banali ma sempre una cosa che non si è mai fatta prima.

Riprende, in maniera pratica, in pillole un po’ la poesia “Ode alla vita” in cui la poetessa scrive che se non si cambia qualcosa, lentamente si muore.

A circa metà mese, Chiara riporta in seduta un suo pensiero:

“E’ come... se accendessero una qualche corrente, questi dieci minuti.”

(…)

“Non l’ho ancora capito nemmeno io, dottoressa. Ho la sensazione che ogni giorno trasmetta a quello che viene dopo una specie di possibilità. Che poi magari non si realizza, eh. Ma a che fare con…(…)con la fantasia e con la perversione di quella che per comodità chiamiamo vita. Diciamo così. E con l’accettare che siamo molto meno fantasiosi, molto meno perversi di lei. Qualcosa del genere.”

(…)

“Basta davvero un attimo, no?”

“Per fare che cosa, dottoressa?”

Perché i nostri schemi emotivi e mentali, da cui l’inconscio si sente protetto e che consideriamo i confini della nostra identità, si rivelino in realtà dei limiti.”

Semplice e leggero, la ricetta è semplice, perché non provare?