Invece il cento c’è

Invece il cento c’è

Il bambino
è fatto di cento.

Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare

di giocare e di parlare

Cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire

cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.

Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.

Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.

Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c’è
e di cento
gliene rubano novantanove.

Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.

Gli dicono insomma
che il cento non c’è.
Il bambino dice:
invece il cento c’è.

Poesia scritta da Loris Malaguzzi, pedagogista nato a Correggio nel 1920, ideatore e fondatore della filosofia educativa della città di Reggio Emilia.

Poesia molto bella che trovo autentica, ogni tanto la rileggo, è incorniciata e mi serve per ricordarmi che “il cento c’è”, mi serve per ricordarmi ed allacciarmi alla Creatività ,all’anticonformismo, all’accettazione di pensieri diversi ed idee diverse.

E’ nata e pensata per i bambini, per gli educatori dei bambini, io la sento rivolta agli adulti in generale, nel loro modo rapportarsi alle cose ed alle persone.