“I maschi son così. Penelope si è stancata.”

E’ il titolo del libro di Maria Rita Parsi uscito nel 2016.

Si parla di uomini, di relazioni difficili, fragili, violente e insoddisfacenti.

Sembra che abbiamo perso la capacità di stare bene insieme o, forse, Penelope si è stancata di aspettare, di incassare, di fare finta di niente, di tacere, di stare in silenzio, di autoaccusarsi, di vergognarsi, di dipendere, di subire violenze, di subire violenze psicologiche, di difendere pubblicamente ciò che è indifendibile nel privato.

Comincia a chiedere, a volere vedere, a voler sapere, a confrontarsi, ad uscire di casa, a dialogare e a farsi aiutare.

Voglio qui citare la sua dedica alle donne:

“Alle donne vittime di femminicidio, a quelle che vivono o che hanno vissuto l’incubo di essere vittime di minacce psicologiche, di percosse, di violenze, di abusi, di sfruttamento sessuale, di pedofilia.

Alle donne che subiscono stalking quotidianamente. A quelle che non denunciano ogni genere di abusi perché non hanno alcuna fiducia che le forze dell’ordine e la giustizia possano credere a quel che dicono e aiutarle.

Alle donne che sono costrette dalla malavita a prostituirsi.

Alle donne e alle ragazze che non possono andare a scuola, perché rischiano di essere uccise.

A quell-150 milioni!- che vengono ancora infibulate o mutilate. A quelle fatte sposare già a nove anni.

A quelle rapite o vendute per essere sfruttate come schiave sessuali o come serve.

A quelle che sono state sfregiate e atrocemente cancellate nel volto con l’acido per ritorsione o vendetta.

Alle donne immigrate che lavorano in paesi come il nostro e che faticano a essere accolte, accettate, riconosciute.

Alle profughe che, per terra e per mare, fuggono con i loro figli e le loro famiglie dalla guerra e dalla fame.

Alle donne povere che lavorano e lottano quotidianamente per sopravvivere e mantenere i propri figli.

Alle donne che, ogni giorno, si misurano con la discriminazione, l’indifferenza, la persecuzione, la pace, l’omertà.

Alle donne che hanno potuto scegliere di essere madri, affinché si prendano cura di loro stesse e del loro equilibrio psicofisico, così da consentire ai loro figli maschi di diventare uomini capaci di amare e rispettare le donne e alle loro figlie femmine di diventare donne libere e felici.

Alle donne che, ovunque nel mondo, danno vita alle forme della vita e alla cui creatività sono affidati il futuro e il destino del nostro pianeta.”

 

A tutte loro, a tutte noi, pace, libertà e coraggio